Sono passati cent'anni dalla catastrofe sullo stretto.
I terramoti e le eruzioni vulcaniche, con le distruzioni che ne conseguono, mi hanno sempre impressionato, affascinato e terrorizzato insieme. La mia terra s'è fatta e rifatta così, a colpi di terrremoti, lava, macerie, distruzioni e ricostruzioni, baracche, case e monumenti completati o per sempre incompiuti..Forse siamo affetti da una specie di paura atavica, noi, abbiamo paura di portare a termine le cose, dalle mie parti, perchè sappiamo, più di altri, che non ne vale la pena, che prima o poi la Natura ce le porterà via..Ed è meglio che non ci affezioniamo troppo..Che, poi, è solo una pietosa bugia, questa di non attaccarsi, per non restarci distrutti dentro..In realtà ci affezioniamo eccome, dalle mie parti alle cose, fin nel profondo delle nostre viscere..
A Messina la ricostruzione non è mai finita, si trascina da cent'anni..Si, certo, le baracche che ancora ci sono in gran parte sono frutto di altre catastrofi, magari meno "naturali", ma ci sono ancora baracche del dopo terremoto..Altrove sarebbe assurda, una cosa del genere, da noi no, purtroppo.
Messina, dopo tutto, dopo il negarmi mio, ed i rifiuti suoi, mi è rimasta nel cuore. Con ostinazione mi si è conficcata dentro, a me, che mi son sentita per undici anni una quotidiana estranea di questa città sullo stretto. E ho sempre cercato di rimuoverla, io, dal mio cuore, questa città così ostile, eppure così familiare, e così amata in quella parte di mare che s'avvicina alla Calabria e quasi la sfiora..Forse, ad esser sincera, amo solo questo, di Lei, lo stretto. E forse per questo che non sono riuscita a scrollarmela di dosso dopo tanti anni. Ho sempre negli occhi lo stretto che vedevo dalla mia finestra ogni mattina..E mi sento, ora io nei suoi riguardi, come quei pezzi di baracca che resistono, di cui Lei, che pure vorrebbe rimuoverli, non riesce a liberarsi..
I terramoti e le eruzioni vulcaniche, con le distruzioni che ne conseguono, mi hanno sempre impressionato, affascinato e terrorizzato insieme. La mia terra s'è fatta e rifatta così, a colpi di terrremoti, lava, macerie, distruzioni e ricostruzioni, baracche, case e monumenti completati o per sempre incompiuti..Forse siamo affetti da una specie di paura atavica, noi, abbiamo paura di portare a termine le cose, dalle mie parti, perchè sappiamo, più di altri, che non ne vale la pena, che prima o poi la Natura ce le porterà via..Ed è meglio che non ci affezioniamo troppo..Che, poi, è solo una pietosa bugia, questa di non attaccarsi, per non restarci distrutti dentro..In realtà ci affezioniamo eccome, dalle mie parti alle cose, fin nel profondo delle nostre viscere..
A Messina la ricostruzione non è mai finita, si trascina da cent'anni..Si, certo, le baracche che ancora ci sono in gran parte sono frutto di altre catastrofi, magari meno "naturali", ma ci sono ancora baracche del dopo terremoto..Altrove sarebbe assurda, una cosa del genere, da noi no, purtroppo.
Messina, dopo tutto, dopo il negarmi mio, ed i rifiuti suoi, mi è rimasta nel cuore. Con ostinazione mi si è conficcata dentro, a me, che mi son sentita per undici anni una quotidiana estranea di questa città sullo stretto. E ho sempre cercato di rimuoverla, io, dal mio cuore, questa città così ostile, eppure così familiare, e così amata in quella parte di mare che s'avvicina alla Calabria e quasi la sfiora..Forse, ad esser sincera, amo solo questo, di Lei, lo stretto. E forse per questo che non sono riuscita a scrollarmela di dosso dopo tanti anni. Ho sempre negli occhi lo stretto che vedevo dalla mia finestra ogni mattina..E mi sento, ora io nei suoi riguardi, come quei pezzi di baracca che resistono, di cui Lei, che pure vorrebbe rimuoverli, non riesce a liberarsi..
6 commenti:
buongiorno, bellissima città buon inizio settimana ciao Oly.
Forse, ad esser sincera, amo solo questo, di Lei, lo stretto. E forse per questo che non sono riuscita a scrollarmela di dosso dopo tanti anni. Ho sempre negli occhi lo stretto che vedevo dalla mia finestra ogni mattina..E mi sento, ora io nei suoi riguardi, come quei pezzi di baracca che resistono, di cui Lei, che pure vorrebbe rimuoverli, non riesce a liberarsi..
Cara Frida,queste sono lacrime di poesia,voglio credere che il 2009 ti accarezzi come uno dei più cari amici.
Ti voglio bene
Cara Frida non si può non provare affetto verso una persona che scrive, quindi sente, come fai tu.
Ti abbraccio forte.
Ciao
Hai scritto per Messina un post bellissimo, cara Frida. Quante volte ci siamo sentiti nei confronti di qualcuno o di qualcosa come quelle baracche...
Un bacio
I.
ciao, che sia questo anno appena iniziato un viaggio meraviglioso che sia per chi ha un sogno l'avverarsi o chi ne privo il vederlo nascere. Che sia per chi si stringe ad un amico un anno pieno di affetto. Per chi lo cerca la possibilità trovarlo. Che sia per tutti un anno magico fatto di sogni di speranze e bontà. Fatto di momenti pieni di serenità. BUON ANNO SMACKKKKKKKKKKKKKKKKKKKK.
@ Olimpia - Grazie del commento e del bell'augurio per il 2009, che ricambio.
@ - Caro Nicola, che belle parole, che hai trovato per me!
Sei un caro amico! Una carezza anche a te per il 2009!
@ Lara - Ciao Lara, grazie anche a te delle belle parole, e un abbraccio da parte mia!
@ I. il cane di Jack - Sono contanta che sia piaciuto anche a te, questo post! :-)
A dire il vero io l'ho scritto così, senza riflettere troppo e senza rivedere..mentre pensavo di limitarmi a fare solo una piccola introduzione ad un "copia-incolla" di un bell'articolo trovato sul "sole 24 ore", che poi non ho più copiato..
Un bacio anche a te,
Frida
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