In questi giorni si parla troppo di certe cose. E alcuni concetti basilari della nostra esistenza, come la vita e la morte, sono inflazionati oltremisura. Ci si accanisce fuori luogo, e si invocano ora la natura, ora le leggi umane, a seconda delle convenienze contingenti. E' una giostra macabra, questa, alla quale non voglio partecipare (tanto chi mi legge ormai lo sa su che posizioni sto, riguardo al caso sottinteso). Ma non pensate che io non voglia perchè mi credo superiore a certe cose, no, niente affatto, anzi, annaspo come tutti alla ricerca di qualcosa di "solido" a cui appigliarmi..Piuttosto mi astengo, lo ammetto, per incapacità personale di staccarmi dall'emotività in eccesso che questi argomenti mi procurano e che mi travolge come un'onda di mare in tempesta...
Tuttavia è tanta lo stesso la voglia di tirar fuori qualche parola e di provare a sbrogliare questa matassa di sentimenti, emozioni e contraddizioni.
Allora lo faccio (ci provo) pensando ad una medusa. Si chiama "Turritopsis nutricula" ed è capace di non morire. Già, proprio così! Pare che riesca ad invertire il ciclo biologico, evitando l'invecchiamento e ritornando, dopo essersi riprodotta, allo stadio iniziale da cui era partita. Così da polipo ridiventa medusa e viceversa in un ciclo infinito. L'ho appreso per caso leggendo un articolo sul Corriere.it di qualche settimana fa. La peculiarità di questa medusa m'ha fatto riflettere più serenamente sul senso della nostra esistenza e sul desiderio di molti di trovare un qualche elisir di eternità. Ecco, io penso che il senso più profondo della nostra esistenza sia quello di essere un segmento, un tratto, non una linea infinita. Penso che il senso di limite e di fine sia ciò che più intimamente appartiene alla vita umana. E se io penso alla morte è perchè sono attaccata alla vita e voglio capirla per quello che è, non per quello che qualche chimera vorrebbe che fosse..Il progresso delle scienze e delle tecnologie - ben vengano, bene inteso - non dovrebbe darci alla testa, questo io penso, non dovrebbe farci perdere di vista che siamo esseri umani, non meduse, per quanto belle e affascinanti siano queste sinuose creature marine..
Tuttavia è tanta lo stesso la voglia di tirar fuori qualche parola e di provare a sbrogliare questa matassa di sentimenti, emozioni e contraddizioni.
Allora lo faccio (ci provo) pensando ad una medusa. Si chiama "Turritopsis nutricula" ed è capace di non morire. Già, proprio così! Pare che riesca ad invertire il ciclo biologico, evitando l'invecchiamento e ritornando, dopo essersi riprodotta, allo stadio iniziale da cui era partita. Così da polipo ridiventa medusa e viceversa in un ciclo infinito. L'ho appreso per caso leggendo un articolo sul Corriere.it di qualche settimana fa. La peculiarità di questa medusa m'ha fatto riflettere più serenamente sul senso della nostra esistenza e sul desiderio di molti di trovare un qualche elisir di eternità. Ecco, io penso che il senso più profondo della nostra esistenza sia quello di essere un segmento, un tratto, non una linea infinita. Penso che il senso di limite e di fine sia ciò che più intimamente appartiene alla vita umana. E se io penso alla morte è perchè sono attaccata alla vita e voglio capirla per quello che è, non per quello che qualche chimera vorrebbe che fosse..Il progresso delle scienze e delle tecnologie - ben vengano, bene inteso - non dovrebbe darci alla testa, questo io penso, non dovrebbe farci perdere di vista che siamo esseri umani, non meduse, per quanto belle e affascinanti siano queste sinuose creature marine..
14 commenti:
HOLA, LAS FOTOS DEL MAR SON MUY BELLAS
PABLO
Cara Frida, concordo, neanche io vorrei essere una medusa, nemmeno di quelle che non muoiono mai ( o quasi) :-), si è parlato fin troppo, è diventato un affare di stato, lì dove esistono problemi molto seri che colpiscono fin troppe persone..e mi fermo a Lampedusa..e ti abbraccio.
Pensa all'immortalita...pensa a te che vai in giro tra cinquantanni attorniata da giovani che ti guardano mentre esibisci i tuoi 120anni...viva i tratti...i punti e le lineee...cosi è la vita...bella perchè tratteggiata e non noiosa nella sua longilineità! Che ne dici? Abbasso le meduse che diventano polipi per poi diventare meduse e VIVA un arrosto ed un fritto di pesce che ti fa godere le vit, quella che ti è stata assegnata! quella che vivi con tutti gli abgli e tutte le cose belle!!!!
Non allunghiamola, lavita, non accorciamola, la vita, viviamola ognuno come desideriamo. Amen
Ti abbraccio con affetto.
Conosco la notizia, chissà se studieranno il modo di farsi immortali...
Alla fine un esito c'è stato. Ho preso posizione nei giorni passati su questa cosa e adesso sento tutto il peso che sente Beppino quando gli grideranno "assassino". Non so che dire, non riconosco la mia faccia. Me ne starò a lutto per il tempo che ci vorrà.
Un bacio
Isidoro
Hai scritto molto bene. Siamo esseri umani e non meduse. E' anche la morte deve essere un atto di grande dignità.
Buona giornata, Frida.
Fino
Ovviamente concordo... Anche se in un modo o nell'altro siamo sempre alla ricerca di un elisir di lunga vita...
Uno dei messaggi di questa vicenda incredibile di accanimento ignobile, è che la morte secondo natura di cui parla la chiesa sarebbe intervenuta subito se non ci fosse stata la scienza, nei casi come quello di Eluana. Ma la scienza però, quella stessa scienza a cui si impedisce di usare il sapere per la riproduzione e la cura, quella stessa scienza che ha tenuto il corpo in vita, non basta per la chiesa a definirla. Ma possiamo definirla vita? Basta leggere in giro, la scienza dichiara quello stato irreversibile. Chi ha visto quel corpo lo ha definito di carta, le membra, non l'anima (qualsiasi interpretazione e significato le si dia) hanno resistito oltre misura.
;-) d.
@ Pablo - Hola, Pablo,se mai ripasserai dal mio blog, grazie del commento e dell'apprezzamneto!
@ Rosy - Ciao, Rosy, quella medusa faceva al caso, vero? Un modo come un altro per parlare di vita, e di morte..Purtroppo si sono usate parole quando non si sarebbe dovuto..e non se ne usano abbastanza quando si dovrebbe (per esempio non ci si indigna, o non abbastanza, delle condizioni in cui versano gli immigrati nei centri italiani e di come vengono calpestati, in certi casi, i diritti umani..) Un abbraccio a te, cara
@ Il Cantastorie errante - Concordo pienamente con te, la vita da vivere per quella che è senza forzare le cose..senza allungarla, e nemmeno accorciarla..cercando di meritarcela, sapendo che non abbiamo deciso noi l'inizio, e non decideremo la fine, salvo avere il diritto, sacrosanto, ad una morte dignitosa..Ti abbraccio anch'io e alla prox!
@ Daniele - secondo me è proprio quello, l'immortalità, a cui stanno pensando..Nel caso la trovassero, dichiaro sin da ora che io ci rinuncio..La vita è bella, ma è anche una fatica..e non mi andrebbe se fosse per sempre..
@ Isidoro - Il tuo commento qui (il primo dopo la notiza) e le mie risposte ai commenti ora appartengono già al "dopo", all'epilogo che, appunto, c'è stato, e prima di quanto si immaginasse. Io non bene perchè tu non riconosci la tua faccia, come dici, se per un ripensamento sulle posizioni assunte prima, o se per l'angoscia di questo epilogo..Ma capisco bene il peso di sentirsi come uno che ha deciso della morte di un altra persona..Oggi ho letto l'articolo di Umnerto Eco su Repubblica e lui, tra le altre cose, rivendica il diritto a parlare della propria morte.Non a caso non ha parlato prima..perchè prima era della morte di Eluana che si parlava (troppo e a vanvera), mentre ora, che è già "successo", se ne può parlare con riferimento alla morte, e alla morte propria. Sono d'accordo. Ognuno dovrebbe poterlo fare, non già per il capriccio di scelte discutibili, ma per rispetto della propria dignità, che va difesa fino in fondo, fino alla morte, fino a fare in modo, laddove possibile, nei casi di mallattie gravi, ad esempio, ad avere una morte dignitosa..
Comunque io, quella sera, che poi era anche una gran bella sera di luna piena, come qualcuno ha scritto nel suo blog, ho provato un senso di leggerezza, di sollievo..non di pesantezza, perchè ho pensato che la natura, in fondo, era stata alla fine dolce, con Eluana, le aveva risparmiato altri lunghi strazi e accanimenti, spiazzando un pò tutti (specie gli strumentalizzatori osceni della vicenda) decidendo i tempi del suo ultimo passaggio... Ciao e un bacio a te!
@ Fino - d'accordissimo: anche la morte reclama dignità. Una buona serata a te!
@ Fabio - ..non so se tutti..Io non credo. Io sono tra quelli che dicono che non ci tengono affatto a vivere a lungo..Non è che mi autocondanno all'incontrario? :-)
@ Duccio - ..già, la scienza come coperta, tirata di qua e di là a seconda degli scopi e delle cose che le si vogliono far dire, anche da parte degli stessi soggetti, come la chiesa cattolica, che ora la invocano, ora la delegittimano a convenienza. Eppure, io credo, (e, tra l'altro, io credo in Dio..)che la scienza può dare risposte più certe, su alcune questioni, come quella di Eluana..Risposte non definitive, si, e pur sempre "umane" e frutto di convenzioni accreditate,ma più "obiettive"..non "integraliste"..Il tutto però, ovviamente, a patto che si sia tutti disposti al confronto e non si parta, cioè, da posizioni dogmatiche e/o di fede, perchè allora, quelle sono altro..non sono modi per dirimere questioni cruciali per tutti e valide per tutti..Mi auguro che una legge sul testamento biologico venga approvata, ma mi auguro anche che non sia il solito pasticcio, che ultimamente ci propinano..
Un caro saluto a tutti
Frida
Fra, per quel fermo amministrativo, fai una bella cosa: ti rimedi un TV vecchio, lo imballi, lo tieni in casa, mandi una raccomandata alla concessionaria dicendo che dall'anno XXXX non usi la tv, che se la possono venire a prendere, che non hai internet ne radio.
;-) duccio
... della medusa immortale ha parlato, afona, anche Luciana Littizzeto ieri sera da Fazio...
..ma dai, mi sono persa la Litti giusto ieri sera.:-( Però..vedo che siamo in sintonia..:-)
Alla morte
Potessi amare la tua corte
di miserie e di dolori
e venire a te come a piaceri noti,
pensarti donna di splendori
e di soavi possessi
e non temerti in ogni moto
del mio pavido cuore.
Guido
Alla morte
Potessi amare la tua corte
di miserie e di dolori
e venire a te come a piaceri noti,
pensarti donna di splendori
e di soavi possessi
e non temerti in ogni moto
del mio pavido cuore.
Guido
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