mercoledì 8 aprile 2009

Una riflessione sul prima terremoto, e sul dopo (con aggiornamenti )

E' passato qualche giorno dal Terremoto in Abruzzo. Ecco, qualche parola di mio, ora comincia a venir fuori.

Non voglio unirmi alle polemiche, nè sono tra coloro che si sono attaccati a questa presunta eventualità di prevedere i terremoti. E' chiaro che, non potendo anticipare data, luogo e potenza del terremoto, in modo preciso, ha poco senzo parlare di previsioni. Simili previsioni approssimative porterebbero ad improbabili evacuazioni di masse di popolazioni senza alcuna certezza che tutto quanto non sia inutile.

Ma ci sono due cose su cui non mi do pace. E' mai possibile che, durante questi mesi, e nelle ultime settimane non si sia provveduto a monitorare gli edifici della città, quelli più a rischio e, non si siano fatti evacuare in via pracauzionale, quelli si, almeno solo quelli a rischio di crollo dato il continuo succedersi di scosse? E poi, più in generale, perchè non si è dichiarato uno stato di allerta? Perchè si è puntato tutto sulla rassicurazione e sul "è tutto normale"? Io non sono un'esperta di protezione civile, e quindi magari dico fesserie, ma non esiste la possibilità di pianificare uno stato di allerta, sulla base di una ragionevole probabilità di rischio, sì da limitare in qualche modo i danni ed anticipare l'organizzazione degli sfollati?

Ora, espresse queste cose che mi restavano dentro, riguardanti il prima, dico qualcosa anche sul dopo. Mi sembra che mentre da un lato non si possa dubitare che l'organizzazione dei soccorsi sia ben funzionante (e questo lo si deve, io penso, all'esperienza delle precedenti tragedie) e che la solidarietà degli Italiani è grande, dall'altro si prospetta adesso il timore che tutto si dimentichi e che l'Italia dei palazzinari , dei politici opportunisti e irresponsabili, e delle leggi disattese prenda il sopravvento, e non resti altro che affidarsi, come sempre, alla fortuna!

Il caso dell'ospedale nuovo dell'Aquila crollato è emblematico, di più, è agghiacciante! Non doveva succedere! E la memoria, dopo i fatti del 2002, non doveva nemmeno sforzarsi tanto! Sono passati solo pochi anni! E l'altro caso, quello della casa dello studente, con crepe evidenti, formatesi in questi mesi e che nessuno ha controllato seriamente, è altrettanto inaccetabile.

E' gravissimo che in Italia, paese ad alto rischio sismico, si continui a rinviare allegramente l'obbligo di adeguare gli edifici strategici e quelli più a rischio, oltre al patrimonio artistico inestimabile che abbiamo, e che, d'altra parte si incentivino aumenti di cubatura di edifici esistenti!

Riassumendo, siamo un popolo dal cuore grande e generoso, si, senza dubbio, ma di indole superstiziosa, fedele osservante delle leggi (!!) della fortuna e strenuo curatore degli interessi del portafoglio! Mi chiedo quali e quante altre tragedie come questa ci vogliono per far si che anche la civile e occidentale (?!) Italia si comporti come un qualunque Paese che ha a cuore l'incolumità dei cittadini e rispetto per la propria storia e i propri tesori artistici.

Infine, così, a tanto per capire in che stato siamo, vi riporto cosa scriveva qualche mese fa al ministro Matteoli L'ingegnere dell'ENEA A. Martelli ...(dall'articolo pubblicato sul Repubblica.it di oggi, "L'allarme inascoltato dal ministro-Norme antisismiche, basta rinvii" di Carlo Bonini qui il link

"Signor ministro, come lei sa, è dal 2001 che il settore delle norme tecniche per le costruzioni antisismiche è di fatto in regime di proroga (...) Francamente, ci stiamo sempre più convincendo che le nuove norme non entreranno mai in vigore". E ancora: "A seguito del terremoto del Molise e della Puglia del 2002, furono emanate nell'emergenza nuove norme per le costruzioni in zona sismica. Ma da allora si è consentito di continuare ad applicare norme tecniche obsolete, vecchie di 16 anni. Se per un breve periodo questo aveva una giustificazione (dar modo ai progettisti di abituarsi alle nuove regole), ora, anzi, da un pezzo, non ne ha più, salvo non si voglia favorire chi vuole limitare i costi a scapito della sicurezza. Confidiamo dunque nella sua sensibilità".

"Una furbata", dice ora al telefono da Bologna lo stesso Martelli. Che, certo, non avrebbe potuto impedire la catastrofe abruzzese. Eppure cruciale nell'illuminare la catena di "furbate" e inerzie che per lustri hanno accompagnato la nostra edilizia civile e nello spiegare perché, all'Aquila, se ne sono venuti giù come castelli di carta edifici con non più di 25-30 anni di vita. Una "furbata" di cui si è avuta del resto prova ieri sera. I 272 morti abruzzesi hanno convinto il governo ad impegnarsi perché le nuove norme non attendano il giugno 2010.


3 commenti:

Daniele Verzetti, il Rockpoeta ha detto...

La rabbia é tanta, l'amarezza ed il dolore ancora più forti. Ma anche grazie a te qualcosa stiamo facendo.

Grazie Frida
Daniele

Fra ha detto...

Sei una bella persona, Daniele,sei di animo generoso, e come te anche Marina, che sta facendo molto..
Il grazie è a voi
Frida

Fabioletterario ha detto...

Il punto è: quanto l'Italia crede di essere immune da episodi e fatti coem questo?...