giovedì 26 marzo 2009

Non è un Paese per vivere e nemmeno per morire

Solo una scontata riflessione, ma che non voglio dimenticare di aver fatto, in futuro. Per questo la metto qua: l'Italia non è un Paese per vivere e nemmeno per morire.
Non è un Paese per vivere.
In Italia non esiste la certezza della pena e questo rende vano ogni discorso, ogni proclama di vedersi garantire quell'ordine e quella sicurezza che TUTTI
desideriamo per vivere in pace.
Non è un Paese per morire.
In Italia si rischia di vivere a oltranza, senza diritto ad una morte dignitosa, espropriati anche nell'intimo, a "consegnare" la vita fino alla morte a qualcun altro, lo Stato. E si protteggono più i sofismi e le menate filosofiche e religiose degli esseri umani, reali, concreti, viventi, che soffrono! (interessante l'articolo di oggi di Sofri su Repubblica.it., ma anche, per approfondimenti sul testamento biologico i vari articoli su Micromega, ad esempio questo.)
Fine della riflessione.
Fine perchè io resto, nonostante sarebbe il caso, se si potesse, di rifondare un'altra Italia da qualche altra parte dell'Universo, o magari in qualche dimensione parallela..

2 commenti:

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Tu resti; io non so. Ho parlato anch'io di questo ma in modo "particolare"....

Con una lettera....

Artemisia ha detto...

Fossi giovane e dovessi ancora farmi una posizione non esiterei ad andare via.
Frida, la puntata di Report su Catania mia ha lasciato un'amarezza infinita. L'hai vista?