venerdì 13 marzo 2009

Due partite

Ancora donne, dopo Peppina. Due partite è una storia di donne, di confronti (tra generi e generazioni), di paure e di tenacia, di movimenti immobili, di normali nevrosi, di carte da gioco e tazze da te.
Un film che della commedia ha la veste, ma non l'anima. E che ha il corpo di otto donne, quattro madri e poi le loro quattro figlie.
Le madri si incontrano tutti i giovedì per giocare a carte. Siamo negli ani 60, nessuna di loro lavora, tutte hanno veleni, gioie e desideri che si vomitano addosso reciprocamente tra risate, canzoni e ironia, ma senza pietà. Una di loro è più sensibile, sta per avere un figlio (sarà una femmina) e prova sconforto a sentire le altre così gonfie di rimpianti, deluse, tradite o che tradiscono, senza tuttavia sentirsi serene e soddisfatte. Il secondo tempo, che poi sarebbe il secondo atto (l'impianto è quello originario della piece teatrale) vede protagoniste le quattro figlie, riunite dopo la morte (suicidio) di una delle madri (manco a dirlo, la sensibile), che a sua volta non aveva fatto altro che ripetere la sorte di sua madre. Si interrogano, su questa morte (improvvisa e senza motivo?) e si confrontano, come facevano quarant'anni anni prima le loro madri. Le quattro donne-figlie hanno tutte un lavoro, e non hanno gli stessi rimpianti delle madri.
Chi aveva subito la maternità, vede al suo posto una figlia che invece la invoca; chi aveva abbondato nel mettere al mondo dei figli (tre), ha una figlia che cerca a tutti i costi di diventar madre, senza riuscirci, chi aveva sacrificato per il marito e la famiglia un'avvenire di pianista, si vede realizzata nella figlia, famosa concertista, che tuttavia non è meno incazzata e insoddisfatta della madre,con la differenza che la sua è una relazione opposta: è il partner premuroso e soffocante, in adorante attesa di lei, eternamente impegnata e in viaggio; infine chi, con la sua dolcezza e col suo amore ricambiato e sensibile, sembrava immune da insoddisfazioni di coppia, ha la sua continuità in una figlia che vive un rapporto fondato sulla precarietà, sull'imperativo (del suo uomo) di non avere una relazione stabile, a costo di evitare artificiosamente un legane forte (non convivere, mai fare l'amore e sveglirasi insieme nella stessa casa, ecc..)
Questa in sintesi la storia.
Le donne, i loro desideri, le loro paure, le loro aspettative mutano forma, da una generazione alla'altra, ma resta un sentimento di fondo: una profonda insoddisfazione nel rapporto di coppia. Questo mi è sembrato di cogliere. La tanto vagheggiata ricerca dell'anima gemella? Che sempre affascina e sempre attrae aspirazioni e progetti di generazioni di donne, ma che spesso resta un'illusione? Forse.O forse semplicemente la mancanza di un confronto alla pari, uomo-donna, sia all'epoca dell'uomo-padrone, che all'epoca dell'uomo-confuso e debole..
E non è un caso che abbia un posto emblematico nella storia uno scritto di Rilke, con cui il futuro marito della mammina, poi suicida, aveva all'epoca conquistato la sua donna:

Un giorno esisterà la fanciulla e la donna, il cui nome non significherà più soltanto un contrapposto al maschile, ma qualcosa per sé, qualcosa per cui non si penserà a completamento e confine, ma solo a vita reale: l'umanità femminile. Questo progresso trasformerà l'esperienza dell'amore, che ora è piena d'amore, la muterà dal fondo, la riplasmerà in una relazione da essere umano a essere umano, non più da maschio a femmina. E questo più umano amore somiglierà a quello che noi faticosamente prepariamo, all'amore che in questo consiste, che due solitudini si custodiscano, delimitino e salutino a vicenda.

Più che la recenzione del film mi interessava la riflessione sulle donne. Perciò sorvolo il commento al film e all'interpretazione (tanto son tutte molto brave, le attrici) e vi metto due video di questa storia di donne, per un assaggio sulla storia, a mò di spunto, così come l'ho intesa io. Il primo è il trailer del film - nelle sale già da venerdì 6 marzo -tratto dal romanzo di Cristina Comencini con la regia di Enzo-Monteleone:con Alba-Rohrwacher, Carolina-Crescentini,Claudia-Pandolfi,Isabella-Ferrari, Margherita Buy, Marina-Massironi, Paola Cortellesi, Valeria-Milillo. Il secondo è invece un video tratto dalla realizzazione teatrale dello scorso anno con quattro attrici che fanno sia le madri che le figlie (Margherita Buy, Marina Massironi, Isabella Ferrari e Valeria Milillo)





8 commenti:

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Non sono convinto di questo film; non amo la Comencini che trovo molto sopravvalutata e quindi stimo pochissimo.

Molte brave attrici ( o meglio alcune) per un film che mi fa venire in mente che forse farei meglio a rivedere "Speriamo che sia femmina' o altri film anche di Almodovar che sicuramente hanno uno spessore e sensibilità differenti anche e soprattutto nel parlare delle donne.

Fra ha detto...

Ti rispondo subito, Daniele, perchè il tuo commento mi ha dà modo di spiegare meglio quello che non ho saputo esprimere nel post. Mi sono accorta, rivedendolo, di essere stata frettolosa ed anche grossolana, ad esempio avevo copia-incollato l'elenco dele attrici e c'erano dei link, che propio non mi interessava mettere, ed altro..Così, come vedi, ho apportato delle limature e delle correzioni ed ho aggiunto il neretto che non c'era.
Detto questo, ti dico che sulla Comencini non ho pochissima stima come te, ma sono d'accordo nel ritenerla sopravvalutata (però qualcosa di carino l'ha fatta, "La bestia nel cuore", ad esempio, mi è piaciuto..)
In realtà ho voluto parlare del film, ma il film è stato un pretesto, per me, e non volevo fare una recenzione. Il film, infatti, non mi ha attratto perchè è un gran bel film, nè perchè ci sono delle interpretazioni superlative (sono stata troppo generica a dire che le attrici sono tutte brave; in effetti, non sono tutte sullo stesso piano), ma perchè mi ha fatto riflettere sulle donne, sulle loro insicurezze e certezze, sui loro desideri..Ecco, è stato uno spunto, insomma, una storia come un'altra per riflettere e parlare di donne e del rapporto tra i generi..
Un caro saluto e alla prox
Frida
P.S. Almodovar è uno dei miei registi preferiti e la sua sensibilità, riguardo all'animo e al sentire delle donne, è davvero straordinaria

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Ok, messa così ti do ragione anche se molti altri film hanno saputo trattare molto bene questa tematica far riflettere sulla donna.

Sarebbe interessante affrontare questo tema con un tuo post che partisse dal tuo sentire senza influenze esterne ma partendo da te stessa e dal tuo vissuto oltre che dalle tue conoscenze (amiche per es, ecc...)

Il mio non vuole essere un suggerimento, é solo una considerazione fatta sul momento :-)))

Fra ha detto...

Mi hai "scoperta" :-)..In effetti è al mio sentire che volevo arrivare ed a quello di altre donne..E lo spunto è debole rispetto al fine..E' vero..
Vediamo..Può darsi che se il tema mi prende ancora ci faccio un altro post in questi termini..
Grazie dei tuoi commenti, Daniele, li apprezzo particolarmente, non solo perchè spontanei, ma perchè mi fanno davvero riflettere
Un caro saluto
Frida

Anonimo ha detto...

Concordo sul fatto che a volte i film possono essere anche mediocri, ma ugualmente darti spunti di riflessione. Non ho visto questo film, ma mi hai incuriosita
Scusa la mia latitanza, ma ho stoppato un po'...
Un abbraccio,
Giulia

Fra ha detto...

@ Giulia - grazie del commento, cara Giulia..e vedo anche che mi hai capita..Il film non è che sia proprio pmediocre, no, non sarei così drastica, ma di certo non è un film eccezionale..Ha avuto il pregio, per me, di avermi fatto riflettere..Si, è stato proprio uno spunto
Non scusarti affatto di aver stoppato, chi di noi non lo fa?..:-) allora io, cosa dovrei dire che stoppo sempre più spesso?..:-)
Un abbraccio
Frida

1,2,3stella ha detto...

ciao, frida!!
ho da poco visto anch'io questo film.. forse a causa del cast avevo troppe aspettative.. netta separazione tra i due atti, il primo l'ho definito a caldo troppo "macchiettato", il secondo invece molto meglio, comunque è vero quello che dici te, il film dà lo spunto per riflettere su noi donne: com'eravamo, come siamo..