sabato 3 ottobre 2009

Abituali tragedie


91 comuni su 108 a rischio idrogeologico in provincia di Messina..Non è una novità, ma non si fa mai abbastanza nonostante le tragedie passate e presenti e i soldi spesi..Ora se parlerà per un pò..e poi calerà il solito silenzio..e si continuerà a cementificare e dare fuoco ai pochi alberi rimasti..

Mi chiedo quando mai smetteremo di piangerci addosso, di considerare un fatto "normale", ciclico simili tragedie...In fondo non è impossibile fare qualcosa, anche ora.
Intanto evacuare le zone a rischio e poi spendedere soldi per mettere in sicurezza queste zone ad alto rischio idrogeologico: pensare a questo rischio è un priorità, in Italia, non solo in Sicilia e nel messinese, e basterebbe non dimenticarsene quando si stanziano fondi pubblici..

venerdì 17 luglio 2009

Vita sui binari

C'è chi è sempre in partenza...e c'è chi resta a guardare i treni partire..
E intanto la vita scorre, e i sogni anche..come quelli di questa donna, Isabella Lorenti, che ha vissuto tre anni alla stazione centrale di Milano, al binario 21..

Binario 21

di Isabella Lorenti musicata da Maurizio Rotaris

Seduta al binario ventuno
Guardo i treni che vanno via
Partono e vengono tante persone
Ma il mio treno non c’è

(.....)



Un bel progetto in questo video, vero? Ed anche la poesia di Isabella in musica...

martedì 14 luglio 2009

venerdì 3 luglio 2009

Accozzaglia sicurezza

Oramai usa così..Va di moda mischiare, che poi somiglia molto al mescolare..fondere, ma anche confondere..Ecco, direi soprattutto quest'ultimo verbo..Le norme varate col cosiddetto "pacchetto sicurezza" regolano tante cose..C'è di tutto di più..Tutto assieme..Così se ci si indigna per una cosa, ad esempio l'introduzione del reato di clandestinità..non ci si trova in disaccordo con altre cose, come ad esempio l'inasprimento delle pene nei confronti di chi sfrutta i minori..o di quelle riguardanti i mafiosi..
E così, inoltre, passano inosservate delle norme che pure possono incidere molto nella vita delle persone e che orientano in modo marcato un certo tipo di politiche..Mi riferisco, in particolare, alla politica italiana in materia di droga. Con una semplice modifica al T.U. sulle tossicodipendenze (il D.P.R. n.309/90, già modificato con la l.49/2006, peraltro in concomitanza del decreto sulle Olimpiadi di Torino 2006 !!) vengono severamente aumentate le sanzioni amministrative per chi detiene sostaze stupefacenti per uso personale. Potrà infatti essere sospesa la patente di guida fino a TRE ANNI!! Il tutto nel silenzio e nell'indifferenza della società e senza che un simile orientamento possa dirsi il frutto di un dibattito tra persone competenti in materia!..
Per una panoramica su questa legge arlecchino, vi linko qui sotto il vademecum che ha pubblicato oggli il quotidiano "La Stampa"
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/canalecittadino/grubrica.asp?ID_blog=269&ID_articolo=5&ID_sezione=&sezione

lunedì 22 giugno 2009

Storto

..è vero, aggiorno poco..e l'ispirazione è latitante..Se per caso doveste "vederla", acciuffatela, qualla canaglia! :-)
Però il passaggio nel blog di un'amica-blogger m'ha fatto almeno venir voglia di comunicare qualcosa qui..
E ho pensato all'albero storto che ho fotografato l'altro giorno a Catania, facendo un giretto di mattina, prima d'andare al lavoro..
Eccolo!



Penso che mi rappresenti bene..Mi sento un pò come quest'albero qua, storto, fuori contesto, vittima (del cemento) e carnefice (dello stesso cemento che ha spaccato con violenza)..
Mi sento proprio così, in questa fase (balordamente "matura") della mia vita..
E, come quell'albero, resisto..(o persisto?)..
Mi raddrizzerò mai?..O sarà sempre, il mio, un equilibrio "in pendenza"?..

martedì 26 maggio 2009

Condensato

Domenica mattina osservavo la montagna (l'Etna) alla mia sinistra e vedevo ancora della neve in cima..Quest'anno il ruscellamento durerà fino a giugno..Intanto ai suoi piedi, guardando alla mia destra vedevo una massa umana sdraiata in spiaggia lungo tutto il litorale (a cui mi sono aggiunta anch'io, ben volentieri): maggio come luglio, estate piena.
Così mentre col caldo si fa il bagno a mare, l'Etna si tiene stretta ai suoi residui di neve, mentre non smette di fumare e vomitare lava, come fa da più di un anno ininterrottamente...
Non posso lamentarmi, ho pensato: abito in uno spazio/tempo che è un concentrato di stagioni, di colori e di sensazioni (anche di pelle)!
Solo la mia terra mi consente simili "capricci"..
Sarà per questo, per questa garanzia di un presente condensato di passato e di futuro, che io non la lascerei mai, anche se è dura da vivere, disillusa, opportunista, affamata e sporca, la mia terra..

venerdì 22 maggio 2009

Che ci fa la pubblicità nel mio post?

Nel post precedente ho copi-incollato un pezzo di un articolo di Repubblica..E che mi spunta fuori? Una pubblicità!! Ci sarà qualche codice che era nella parte che ho incollato???
Se qualcuno sa come fare per toglierla, e mi spiega come, gliene sarei molto grata!

Non solo tende, non solo efficienza..

Sfogliando stamattina il giornale (che per me è "La Repubblica", per chi mi conosce poco..) il primo articolo che ho letto è stato quello sulla ricostruzione in Abbruzzo.
Questa tragedia ha colpito tutti noi italiani, ed io non riesco a sentirmi estranea, anche se non ho parenti o amici all'Aquila, tra i terremotati..
In particolare mi hanno colpito questi passaggi che incollo qui sotto tratti dall'articolo di Antonello Caporale.

"La tenda inebetisce, massacra il morale, riduce l'intelligenza a zero e il corpo vitale di un lavoratore ad oggetto da assistere. Mangiamo bene tre volte al giorno, ci fanno fare la doccia e i bagni sono disinfettati due volte al dì... Le guardie ci controllano, gli infermieri ci aiutano e noi siamo lì reclusi e beati. Gente a cui il destino ha offerto prima della morte una vacanza, magari di merda, per un sacco di tempo", commenta l'architetto Antonio Perrotti, sistemato sotto la tela e promotore nel campo base del più agguerrito comitato popolare."
"Il regime di vita, totalmente assistito, prevede in cambio però silenzio e ridotta capacità visiva. La nota della signora N. F., che il timore di rappresaglie induce a negare la propria identità, dimorante al campo base Italtel 1: "Capisco la sicurezza, ma con questa necessità si annienta ogni libertà di espressione. Al mio campo si entra e si esce solo con un badge di identificazione. Una sera iniziai a discutere con amici della necessità di fare qualcosa, muoverci, capire. Si forma un crocchio di una decina di persone e io inizio a interrogarmi ad alta voce. Passa qualche minutoe si fa v ivo il muso di una camionetta dei carabinieri. Ci spiegano che ogni assembramento avente natura politica dev'essere autorizzato e che loro, finché non fosse terminato il nostro conciliabolo, sarebbero rimasti lì ad ascoltare". (qui il link all'articolo per intero)

La lettura di queste testimonianze non lascia indifferenti. E ci mostra quanto sia difficile e delicato gestire le emergenze e come sia poco "umano" (se dell'uomo prendiamo la testa, oltre al corpo..) applicare rigidamente la logica dell'efficienza manageriale per ovviare, o alleviare, in questo caso, ogni male...Epperò questa gestione del dopo-terremoto - che ha l'impronta forte, ossia decisionista, di un uomo forte (Bertolaso) e di un governo forte (quello di berlusconi) - sembra essere affetta dalla solita "malattia" dell'intolleranza alle critiche e della scarsa attenzione ad esigenze non materiali - dunque non visibili (specie nei video..) dunque non utilizzabili a mò di spot propagandistici - di cui "soffrono" tipicamente gli uomini "forti" ..

sabato 16 maggio 2009

Razzismo

Immigrati respinti, Italia che non dev'essere multietnca, ed altre corbellerie spacciate per alti concetti di politica: questo si sente in giro. E a me ribolle il sangue, e non mi pare possibile che chi ci governa possa esprimere simili opinioni, e passarle in strumenti legislativi per tutti..
Ma è così, e purtroppo non è un incubo notturno, che le prime luci dell'alba dissolverà..
L'Italia ormai un avamposto di Medioevo nel terzo millennio..
Per sdrammatizzare, ma anche per capire e spiegare bene quanto la società italiana sia intrisa di razzismo xenofobo, non ho trovato modo migliore che ascoltare un monologo di Ascanio Celestini, insuperabile in simili imprese, come dire? artistico-didattiche..
Buon divertimento e buona riflessione, con particolare riferimento alle similitudini..

mercoledì 22 aprile 2009

100 anni meravigliosi

Una gran donna, Rita Levi Montalcini! Oggi compie 100 anni: Augurissmi!
..sentendola e vedendola, mi sento quanto mai inadeguata..
Ma se il futuro della donna avrà la sua impronta, avremo bene di che sperare
Ve la ricordate nell'intervista di Fabio Fazio?
Eccovela, ve la ripropongo: indimenticabile

mercoledì 8 aprile 2009

Una riflessione sul prima terremoto, e sul dopo (con aggiornamenti )

E' passato qualche giorno dal Terremoto in Abruzzo. Ecco, qualche parola di mio, ora comincia a venir fuori.

Non voglio unirmi alle polemiche, nè sono tra coloro che si sono attaccati a questa presunta eventualità di prevedere i terremoti. E' chiaro che, non potendo anticipare data, luogo e potenza del terremoto, in modo preciso, ha poco senzo parlare di previsioni. Simili previsioni approssimative porterebbero ad improbabili evacuazioni di masse di popolazioni senza alcuna certezza che tutto quanto non sia inutile.

Ma ci sono due cose su cui non mi do pace. E' mai possibile che, durante questi mesi, e nelle ultime settimane non si sia provveduto a monitorare gli edifici della città, quelli più a rischio e, non si siano fatti evacuare in via pracauzionale, quelli si, almeno solo quelli a rischio di crollo dato il continuo succedersi di scosse? E poi, più in generale, perchè non si è dichiarato uno stato di allerta? Perchè si è puntato tutto sulla rassicurazione e sul "è tutto normale"? Io non sono un'esperta di protezione civile, e quindi magari dico fesserie, ma non esiste la possibilità di pianificare uno stato di allerta, sulla base di una ragionevole probabilità di rischio, sì da limitare in qualche modo i danni ed anticipare l'organizzazione degli sfollati?

Ora, espresse queste cose che mi restavano dentro, riguardanti il prima, dico qualcosa anche sul dopo. Mi sembra che mentre da un lato non si possa dubitare che l'organizzazione dei soccorsi sia ben funzionante (e questo lo si deve, io penso, all'esperienza delle precedenti tragedie) e che la solidarietà degli Italiani è grande, dall'altro si prospetta adesso il timore che tutto si dimentichi e che l'Italia dei palazzinari , dei politici opportunisti e irresponsabili, e delle leggi disattese prenda il sopravvento, e non resti altro che affidarsi, come sempre, alla fortuna!

Il caso dell'ospedale nuovo dell'Aquila crollato è emblematico, di più, è agghiacciante! Non doveva succedere! E la memoria, dopo i fatti del 2002, non doveva nemmeno sforzarsi tanto! Sono passati solo pochi anni! E l'altro caso, quello della casa dello studente, con crepe evidenti, formatesi in questi mesi e che nessuno ha controllato seriamente, è altrettanto inaccetabile.

E' gravissimo che in Italia, paese ad alto rischio sismico, si continui a rinviare allegramente l'obbligo di adeguare gli edifici strategici e quelli più a rischio, oltre al patrimonio artistico inestimabile che abbiamo, e che, d'altra parte si incentivino aumenti di cubatura di edifici esistenti!

Riassumendo, siamo un popolo dal cuore grande e generoso, si, senza dubbio, ma di indole superstiziosa, fedele osservante delle leggi (!!) della fortuna e strenuo curatore degli interessi del portafoglio! Mi chiedo quali e quante altre tragedie come questa ci vogliono per far si che anche la civile e occidentale (?!) Italia si comporti come un qualunque Paese che ha a cuore l'incolumità dei cittadini e rispetto per la propria storia e i propri tesori artistici.

Infine, così, a tanto per capire in che stato siamo, vi riporto cosa scriveva qualche mese fa al ministro Matteoli L'ingegnere dell'ENEA A. Martelli ...(dall'articolo pubblicato sul Repubblica.it di oggi, "L'allarme inascoltato dal ministro-Norme antisismiche, basta rinvii" di Carlo Bonini qui il link

"Signor ministro, come lei sa, è dal 2001 che il settore delle norme tecniche per le costruzioni antisismiche è di fatto in regime di proroga (...) Francamente, ci stiamo sempre più convincendo che le nuove norme non entreranno mai in vigore". E ancora: "A seguito del terremoto del Molise e della Puglia del 2002, furono emanate nell'emergenza nuove norme per le costruzioni in zona sismica. Ma da allora si è consentito di continuare ad applicare norme tecniche obsolete, vecchie di 16 anni. Se per un breve periodo questo aveva una giustificazione (dar modo ai progettisti di abituarsi alle nuove regole), ora, anzi, da un pezzo, non ne ha più, salvo non si voglia favorire chi vuole limitare i costi a scapito della sicurezza. Confidiamo dunque nella sua sensibilità".

"Una furbata", dice ora al telefono da Bologna lo stesso Martelli. Che, certo, non avrebbe potuto impedire la catastrofe abruzzese. Eppure cruciale nell'illuminare la catena di "furbate" e inerzie che per lustri hanno accompagnato la nostra edilizia civile e nello spiegare perché, all'Aquila, se ne sono venuti giù come castelli di carta edifici con non più di 25-30 anni di vita. Una "furbata" di cui si è avuta del resto prova ieri sera. I 272 morti abruzzesi hanno convinto il governo ad impegnarsi perché le nuove norme non attendano il giugno 2010.


martedì 7 aprile 2009

Sul terremoto in Abruzzo

Non potevo non riportare nel mio blog qualcosa sul terremoto in Abruzzo.
E siccome non trovo parole mie adeguate e mi sento profondamente impotente, cerco di essere concreta. Metto qui un link ad una pagina con notizie e riferimenti utili ed altri due link per riflettere sui veri nodi problematici che occorre attenzionare se si vogliono evitare disastri di questa portata in futuro: 1) la necessità di adegure gli edifici alla sismicità del territorio; 2) sgombrare il campo da illusioni su precise previsioni di simili eventi.
Qui il link all'articolo di Marco Cattaneo su Scienze blog, "prevedere i terremoti o adeguare gli edifici", e qui il link all'articolo di Leonardo Coen su Repubblica.it blog di ieri 6 aprile 2009, "terremoti e previsioni"

venerdì 27 marzo 2009

E' un Paese di diritti facoltativi

E' un seguito alla riflessione di ieri.
Non è un Paese per vivere e nemmeno per morire,
ed è un Paese di diritti facoltativi. !!
Una intera legge fatta apposta per tutelare certi diritti (l'autodeterminazione e il diritto alla salute in situazioni delicate come quella del fine vita), che in realtà è solo un pretesto per non tutelarli affatto, questi diritti, anzi per svuotarli di senso, il che è peggio, molto peggio! Siamo un Paese a diritti fondamentali affievoliti e degradati: diritti facoltativi,appunto! Forse per un malinteso senso della libertà?..Libertà di rispettare o di non rispettare i diritti?…!!
Questo ddl sul testamento biologico approvato dal Senato è un meschino furto delle nostre stesse esistenze, una appropriazione truffaldina, arrogante e disumana da parte dello Stato della nostra vita e della nostra morte!
Stamattina Stefano Rodotà su “La Repubblica” titola la sua riflessione così: “Gorge Orwell a Palazzo Madama”.
Stralcio qui qualche passo significativo. Il resto non c’è su Repubblica.it, ma lo trovate a questo link.
“Ricordate George Orwell e la «neolingua» che compare nel suo "1984"? Parole manipolate per soddisfare le «necessità ideologiche» del regime, per «rendere impossibili altre forme di pensiero». (…)Il sequestro di persona, di cui ha parlato ieri Adriano Soffi, ha trovato il suo compimento. Missione compiuta, potrà dire il presidente del Consiglio al cardinale Bagnasco a tre giorni appena dall`ingiunzione dei vescovi a chiudere senza indugi e senza aperture la discussione sul testamento biologico.E con grande amarezza che scrivo queste parole.Non si sta parlando di una vicenda marginale, ma del modo in cui si stanno delineando i rapporti tra le persone ed uno Stato che, abituato da sempre a legiferare sul corpo della donna come «luogo pubblico», rende ora «pubblici» i corpi di tutti, li fa tornare sotto il dominio del potere politico e si serve abusivamente della mediazione dei medici, di cui viene restaurato un potere sul corpo del paziente che era stato cancellato proprio dalla «rivoluzione» del consenso informato. (..)Non è solo una questione di costituzionalità, allora, quella che si è ufficialmente aperta. E una questione di democrazia(il grassetto è mio), perché stiamo parlando del modo in cui si esercita il potere. Sono in discussione il diritto all'autodeterminazione e i limiti all'uso della legge. (…..)Alla maggioranza conviene far sapere che, mentre si arrabattava in tutta una serie di espedienti legali per impedire che avesse attuazione la sentenza della Corte di Cassazione sull’interruzione dei trattamenti a Eluana Englaro, la Corte Costituzionale (sentenza numero 438 del 23 dicembre 2008) scriveva le seguenti parole: «La circostanza che il consenso informato trova il suo fondamento negli articoli 2, 13 e 32 della Costituzione pone in risalto la sua funzione di sintesi di due diritti fondamentali della persona: quello all’autodeterminazione e quello alla salute».(anche qui il grassetto è mio)Da qui bisogna partire già in questi giorni, mentre il disegno di legge passa dal Senato alla Camera. Non è retorica dire che il punto forte è costituito dal sentire delle persone, testimoniato da tutti i sondaggi, da quelli appunto sulle decisioni relative al morire a quelli sull’uso del preservativo, che mostrano non solo una distanza netta dalle posizioni delle gerarchie vaticane, ma soprattutto una consapevolezza profonda della libertà e della responsabilità che devono accompagnare le scelte di vita.”(..)

Il ddl sarà sicuramente legge, e con essa dovremo purtroppo fare i conti. Oltre ad andarcene dall’Italia, o a rifondarla altrove, in qualche mondo parallelo se fosse possibile, qualcosa si deve pur fare, almeno su questo gravissimo attacco ai diritti della persona. Il referendum? Mah..Si, certo..Ma forse lascia il tempo che trova, basta vanificarlo (non raggiungendo il quorum dei votanti), oppure, come, nel caso di quello sul nucleare, semplicemente e banalmente fregarsene, disattenderlo. Questa maggioranza ha un troppo alto senso della sua propria (unica) libertà di fare quello che vuole per farsi frenare da queste cose! Allora mi resta la speranza, fondata su questo assurdo in idem sentire tra Stato italiano e Vaticano,ossia che così come il Vaticano si sta isolando (autoisolando, per meglio dire) dalla gente, dal mondo, dalla maggior parte dell’opinione pubblica, lo stesso accada anche per l’attuale maggioranza che ora ha approvato questo bieco ddl (PdL e cattolici del PD compresi,non tutti, questi ultimi, per fortuna). E , infine, faccio tesoro di quanto affermato da Umberto Veronesi, intervistato da Carmelo Lopapa su “Repubblica.it”, che trovate a questo link. Riporto il “consiglio” del professore di cui cercherò di fare tesoro: “Lancio un vero appello agli italiani. Scrivete il vostro testamento biologico prima che questa legge che lo vanifica entri in vigore. Depositatelo dal medico o da un avvocato o da un notaio, nominando un fiduciario. All'occorrenza, un buon magistrato potrà farlo valere. E i medici, com'è loro dovere deontologico, potrebbero decidere di dar seguito alla volontà del paziente. Io l'ho fatto. Avrà un senso se lo faremo in tanti”.
P.S. aggiungo, per completezza di informazioni sull’argomento, un link tra i tanti,quello all’articolo su “L’Unita”, dal titolo: “Il testamento biologico non esiste più. La volontà non vincolante”.

giovedì 26 marzo 2009

Non è un Paese per vivere e nemmeno per morire

Solo una scontata riflessione, ma che non voglio dimenticare di aver fatto, in futuro. Per questo la metto qua: l'Italia non è un Paese per vivere e nemmeno per morire.
Non è un Paese per vivere.
In Italia non esiste la certezza della pena e questo rende vano ogni discorso, ogni proclama di vedersi garantire quell'ordine e quella sicurezza che TUTTI
desideriamo per vivere in pace.
Non è un Paese per morire.
In Italia si rischia di vivere a oltranza, senza diritto ad una morte dignitosa, espropriati anche nell'intimo, a "consegnare" la vita fino alla morte a qualcun altro, lo Stato. E si protteggono più i sofismi e le menate filosofiche e religiose degli esseri umani, reali, concreti, viventi, che soffrono! (interessante l'articolo di oggi di Sofri su Repubblica.it., ma anche, per approfondimenti sul testamento biologico i vari articoli su Micromega, ad esempio questo.)
Fine della riflessione.
Fine perchè io resto, nonostante sarebbe il caso, se si potesse, di rifondare un'altra Italia da qualche altra parte dell'Universo, o magari in qualche dimensione parallela..

venerdì 13 marzo 2009

Due partite

Ancora donne, dopo Peppina. Due partite è una storia di donne, di confronti (tra generi e generazioni), di paure e di tenacia, di movimenti immobili, di normali nevrosi, di carte da gioco e tazze da te.
Un film che della commedia ha la veste, ma non l'anima. E che ha il corpo di otto donne, quattro madri e poi le loro quattro figlie.
Le madri si incontrano tutti i giovedì per giocare a carte. Siamo negli ani 60, nessuna di loro lavora, tutte hanno veleni, gioie e desideri che si vomitano addosso reciprocamente tra risate, canzoni e ironia, ma senza pietà. Una di loro è più sensibile, sta per avere un figlio (sarà una femmina) e prova sconforto a sentire le altre così gonfie di rimpianti, deluse, tradite o che tradiscono, senza tuttavia sentirsi serene e soddisfatte. Il secondo tempo, che poi sarebbe il secondo atto (l'impianto è quello originario della piece teatrale) vede protagoniste le quattro figlie, riunite dopo la morte (suicidio) di una delle madri (manco a dirlo, la sensibile), che a sua volta non aveva fatto altro che ripetere la sorte di sua madre. Si interrogano, su questa morte (improvvisa e senza motivo?) e si confrontano, come facevano quarant'anni anni prima le loro madri. Le quattro donne-figlie hanno tutte un lavoro, e non hanno gli stessi rimpianti delle madri.
Chi aveva subito la maternità, vede al suo posto una figlia che invece la invoca; chi aveva abbondato nel mettere al mondo dei figli (tre), ha una figlia che cerca a tutti i costi di diventar madre, senza riuscirci, chi aveva sacrificato per il marito e la famiglia un'avvenire di pianista, si vede realizzata nella figlia, famosa concertista, che tuttavia non è meno incazzata e insoddisfatta della madre,con la differenza che la sua è una relazione opposta: è il partner premuroso e soffocante, in adorante attesa di lei, eternamente impegnata e in viaggio; infine chi, con la sua dolcezza e col suo amore ricambiato e sensibile, sembrava immune da insoddisfazioni di coppia, ha la sua continuità in una figlia che vive un rapporto fondato sulla precarietà, sull'imperativo (del suo uomo) di non avere una relazione stabile, a costo di evitare artificiosamente un legane forte (non convivere, mai fare l'amore e sveglirasi insieme nella stessa casa, ecc..)
Questa in sintesi la storia.
Le donne, i loro desideri, le loro paure, le loro aspettative mutano forma, da una generazione alla'altra, ma resta un sentimento di fondo: una profonda insoddisfazione nel rapporto di coppia. Questo mi è sembrato di cogliere. La tanto vagheggiata ricerca dell'anima gemella? Che sempre affascina e sempre attrae aspirazioni e progetti di generazioni di donne, ma che spesso resta un'illusione? Forse.O forse semplicemente la mancanza di un confronto alla pari, uomo-donna, sia all'epoca dell'uomo-padrone, che all'epoca dell'uomo-confuso e debole..
E non è un caso che abbia un posto emblematico nella storia uno scritto di Rilke, con cui il futuro marito della mammina, poi suicida, aveva all'epoca conquistato la sua donna:

Un giorno esisterà la fanciulla e la donna, il cui nome non significherà più soltanto un contrapposto al maschile, ma qualcosa per sé, qualcosa per cui non si penserà a completamento e confine, ma solo a vita reale: l'umanità femminile. Questo progresso trasformerà l'esperienza dell'amore, che ora è piena d'amore, la muterà dal fondo, la riplasmerà in una relazione da essere umano a essere umano, non più da maschio a femmina. E questo più umano amore somiglierà a quello che noi faticosamente prepariamo, all'amore che in questo consiste, che due solitudini si custodiscano, delimitino e salutino a vicenda.

Più che la recenzione del film mi interessava la riflessione sulle donne. Perciò sorvolo il commento al film e all'interpretazione (tanto son tutte molto brave, le attrici) e vi metto due video di questa storia di donne, per un assaggio sulla storia, a mò di spunto, così come l'ho intesa io. Il primo è il trailer del film - nelle sale già da venerdì 6 marzo -tratto dal romanzo di Cristina Comencini con la regia di Enzo-Monteleone:con Alba-Rohrwacher, Carolina-Crescentini,Claudia-Pandolfi,Isabella-Ferrari, Margherita Buy, Marina-Massironi, Paola Cortellesi, Valeria-Milillo. Il secondo è invece un video tratto dalla realizzazione teatrale dello scorso anno con quattro attrici che fanno sia le madri che le figlie (Margherita Buy, Marina Massironi, Isabella Ferrari e Valeria Milillo)





sabato 7 marzo 2009

Peppina

Qualche anno fa scrissi di Peppina e del suo strano orto.
Oggi ho ripensato a Peppina, al suo orto, ai suoi colori e alle sue geometrie. Mi son chiesta come sia diventato il suo orto, e se ci sia ancora, se i suoi colori e le sue sfumature siano cambiate (sicuramente si, niente resta uguale..) e come e quanto..
Chissà se "Peppina" stessa ci pensa ancora così tanto al suo orto, o se si è persa e confusa, anche lei come le altre, dietro le parole e le facce di un monitor..
Me lo son chiesta.
E mentre ci penso, senza pretese di risposta, mi godo Peppina e il suo orto, prima che sia domani.

Peppina e il suo orto

Peppina coltiva, coltiva

Ha un orto.

Frutta, verdure

E fiori.

Son tutti belli, per lei.

C'è posto per tutti,

Nella sua scala di bellezza.

E' lei che lo trova.

E' lei che lo vuole trovare.

Per tutti, anche per i cetrioli,

Con la loro forma allungata e bitorzoluta,

E il loro odore strano

E poco gradevole.

Eppure Peppina li ama tutti.

Ma, pure lei, fa differenze:

Le pesche, le rose e i peperoni,

Con i loro profumi e colori e sapori

Sono i suoi preferiti.

Li mette in bella vista

E in piena luce.

E ne asseconda anche i capricci.

Pare che non sopportino i cetrioli!

E allora deve tenerli nascosti, i cetrioli.

Ma non troppo.

Non vuole

Anche loro sono belli

E utili.

Peppina coltiva, coltiva.

Ha un orto.

Con tutti i suoi frutti e ortaggi, e fiori

Costruisce strane geometrie

e labirinti

Di colori e odori

Di forme e altezze.

E tutti, in questi intrichi,

Hanno un posto e una funzione

Insostituibili.

Peppina coltiva, coltiva.

Ha un orto.

Gioie, frutti,

Dolori, ortaggi,

Piaceri, fiori

E illusioni

mercoledì 18 febbraio 2009

Io spero che sia mezzanotte, ma ci credo poco

"Cchiu scuru 'i mezzanotti nun ppo ffarri", dice un detto molto noto ai siciliani, cioè "Non può essere più buio di mezzanotte". Ecco, con il panorama che offre l'Italia in questi giorni, dopo la sconfitta di Soru in Sardegna, le dimissioni di Veltroni e la condanna dell'avvocato Mills corrotto da un impunibile corruttore che, sganciato dall'ossequio alle leggi, siede alla Presidenza del Consiglio dei Ministri col favore del popolo, io spero con tutto il cuore che sia già mezzanotte, o che siamo arrivati al fondo, se preferite un altro detto, altrettanto noto...Ma ci credo poco io stessa, e, davvero, non vedo alternative di progetti, persone, leader..L'unica opposizione, dentro e fuori il Parlamento, di fatto la fa Di Pietro, che, almeno, si dimostra coerente. E un credito di fiducia merita Rita Borsellino col suo movimento "Un'altra Storia", che vuol rifondare la politica dal basso, dai "cantieri" di cittadini che si attivano...Ma, nonostante ciò, non mi pare ci sia di che stare allegri e speranzosi, non foss'altro che per la scarsa incisività che questa opposizione può avere..Non mollo, no, non pensiate che per disperazione mi volti a destra, questo mai! Anche perchè, la sostanza , da quella parte lì, è davvero indigesta. Sono e resto convinta di essere di sinistra e che la sinistra sia un valore. Ma non quella rappresentata dagli attuali uomini politici eletti da questa parte qua. Occorre una rifondazione radicale, altrochè le dimissioni di Veltroni!
Comunque, per metterla sul leggero, senza rinunciare ai contenuti, metto il video di Maurizio Crozza di ieri sera a Ballarò, che avrete sicuramente visto e apprezzato. Non ha dimenticato nulla e la sua analisi di 7 minuti è stata più completa e corretta di quella sbrodolata dai vari ospiti per tutta la durata della trasmissione. Almeno secondo me.







sabato 7 febbraio 2009

Non voglio essere una medusa

In questi giorni si parla troppo di certe cose. E alcuni concetti basilari della nostra esistenza, come la vita e la morte, sono inflazionati oltremisura. Ci si accanisce fuori luogo, e si invocano ora la natura, ora le leggi umane, a seconda delle convenienze contingenti. E' una giostra macabra, questa, alla quale non voglio partecipare (tanto chi mi legge ormai lo sa su che posizioni sto, riguardo al caso sottinteso). Ma non pensate che io non voglia perchè mi credo superiore a certe cose, no, niente affatto, anzi, annaspo come tutti alla ricerca di qualcosa di "solido" a cui appigliarmi..Piuttosto mi astengo, lo ammetto, per incapacità personale di staccarmi dall'emotività in eccesso che questi argomenti mi procurano e che mi travolge come un'onda di mare in tempesta...
Tuttavia è tanta lo stesso la voglia di tirar fuori qualche parola e di provare a sbrogliare questa matassa di sentimenti, emozioni e contraddizioni.
Allora lo faccio (ci provo) pensando ad una medusa. Si chiama "Turritopsis nutricula" ed è capace di non morire. Già, proprio così! Pare che riesca ad invertire il ciclo biologico, evitando l'invecchiamento e ritornando, dopo essersi riprodotta, allo stadio iniziale da cui era partita. Così da polipo ridiventa medusa e viceversa in un ciclo infinito. L'ho appreso per caso leggendo un articolo sul Corriere.it di qualche settimana fa. La peculiarità di questa medusa m'ha fatto riflettere più serenamente sul senso della nostra esistenza e sul desiderio di molti di trovare un qualche elisir di eternità. Ecco, io penso che il senso più profondo della nostra esistenza sia quello di essere un segmento, un tratto, non una linea infinita. Penso che il senso di limite e di fine sia ciò che più intimamente appartiene alla vita umana. E se io penso alla morte è perchè sono attaccata alla vita e voglio capirla per quello che è, non per quello che qualche chimera vorrebbe che fosse..Il progresso delle scienze e delle tecnologie - ben vengano, bene inteso - non dovrebbe darci alla testa, questo io penso, non dovrebbe farci perdere di vista che siamo esseri umani, non meduse, per quanto belle e affascinanti siano queste sinuose creature marine..

martedì 27 gennaio 2009

27 ottobre - Una riflessione

Oggi è il giorno della memoria. Non si può non avere il massimo rispetto per le vittime dell'olocausto ed un sentimento di condanna inappellabile verso chi commise quegli orrori. Questo a prescindere dal simpatizzare o meno con la politica attuale dello Stato di Israele, che è cosa diversa. Ed anche a prescindere dalla condanna di tutte le guerre.
Io però qui non voglio parlare tanto di questo, quanto trarne spunto per una breve riflessione sulle attuali posizioni della Chiesa Cattolica a partire da quelle nei confronti degli gli ebrei.
Ecco, personalmente mi imbarazza molto, da cattolica pur praticante a modo mio, che Papa Ratzinger abbia reintrodotto la preghiera per la conversione degli ebrei, e che abbia anche tolto la scomunica ai lefebvriani, e, tra questi, ad un vescovo negazionista dell'olocausto!
Gli stessi teologi, alcuni almeno, sono perplessi.
Voi che idee avete al riguardo?
Intanto, vi metto qui l'intervista di Andrea Tarquini a KÜNG, il teologo "ribelle", uscita su Repubblica di oggi che evidenzia bene, con attenzione e sanza polemica, i nodi problematici che scaturiscono dai recenti pronunciamenti della Chiesa romana.

BERLINO - "Voglio aspettare a prendere una posizione su questa polemica, perché in gioco ci sono problemi di fondo. Voglio prepararmi a dire la mia sugli aspetti cruciali del processo in corso. Perché la questione di questi quattro vescovi è solo da vedere nel contesto generale di una restaurazione". Così il famoso "teologo ribelle" tedesco il professor Hans Küng commenta al telefono con La Repubblica e altri media internazionali la situazione nella Chiesa cattolica dopo il ritiro della scomunica del vescovo negazionista Williamson e degli altri tre presuli della Confraternita ultraconservatrice fondata da Monsignor Lefebvre. Nella Chiesa cattolica tedesca prevalgono pareri fortemente contrari, La teologa Uta Ranke-Heinemann parla di "responsabilità vergognose".

Professor Küng, quanto è importante la revoca della scomunica contro i quattro vescovi?
"I significati fondamentali li ha il processo generale in corso. La questione della revoca della scomunica ai quattro vescovi sopra citati secondo me, da sola, di per sé non è davvero importante, ma ha un significato e va vista e inquadrata in un contesto generale di restaurazione".

Che significato hanno questo contesto generale e gli ultimi eventi?
"Nel contesto generale gli ultimi eventi sono un segno del continuo irrigidimento del Vaticano, la continua marcia indietro, il continuo susseguirsi di un passo indietro dopo l'altro. Voglio pensare e prendere posizione sugli eventi in questo contesto, sto riflettendo ancora su come farlo".

Quanto è preoccupante e serio questo processo?
"È molto preoccupante. Ma voglio aspettare ancora qualche giorno, farò attendere ancora un po' la mia voce".

Eppure per il caso Williamson fedeli e opinioni pubbliche sono sotto shock, che ne dice?
"Williamson è solo un aspetto del contesto generale. Non l'unico. Per quanto l'antisemitismo sia ributtante e da respingere, l'insieme dello sviluppo in corso è molto più carico di serie conseguenze. Stiamo parlando di persone che non hanno ancora sottoscritto la dichiarazione sulla libertà di religione e il decreto sugli ebrei (i documenti conciliari, ndr)".

Cioè il problema non è solo la polemica cristiani-ebrei bensì le idee di fondo della Chiesa sul suo posto nel mondo moderno?
"Sì. La questione è l'insieme del corso che Papa Ratzinger ha fatto imboccare alla Chiesa. Purtroppo un percorso significativamente all'indietro".

Anche rispetto a Papa Wojtyla?
"Sì. Certo, Papa Wojtyla ha saputo evitare alcuni errori, e sapeva meglio parlare alla gente. E fu lui a scomunicare i vescovi di Lefebvre. Ecco un altro esempio di passo indietro oggi. In generale, la volontà di riconciliazione con i membri della confraternita è da valutare positivamente. Ma insisto resta del tutto non chiaro se questi vescovi riconoscano il Concilio Vaticano II o se rispettino il decreto sulla libertà religiosa".

Il Papa vive davvero nel mondo moderno, capisce i fedeli?
"Il Pontefice vive nel suo mondo, si è allontanato dagli uomini, e oltre a grandi processioni e pompose cerimonie, non vede più i problemi dei fedeli - risponde Küng alla tv svizzera - Per esempio la morale sessuale, la cura pastorale delle anime, la contraccezione. La Chiesa è in crisi, io spero che egli lo riconosca. Sarei felice di passi di riconciliazione specie verso gli ambienti dei fedeli progressisti. Ma Benedetto non vede che sta alienando se stesso dalla gran parte della Chiesa cattolica e della cristianità. Non vede il mondo reale, vede solo il mondo vaticano".
(27 gennaio 2009)

lunedì 26 gennaio 2009

Esplosiva Luciana

E' stata esplosiva davvero, ieri Lucianina! M'ha ripagato bene di non essere potuta andare al cinema! Ve la propongo in allegria e leggerezza.




P.S. Luciana è stata caustica con Carla Bruni, e aveva ragione, ma..ammetto che mi son piaciute le canzoni che ha cantato, magari adatte per seratine speciali..

giovedì 22 gennaio 2009

Ripensando a un film

Nuovomondo: l'ho visto qualche anno fa e ne avevo anche scritto qualcosa. Oggi m'è venuto "a galla" per caso, parlandone con una persona in treno.
E visto che me ne sono ricordata, metto qui un video del film e, sotto, copio quello che avevo scritto nell'ottobre 2006 (sfrondato di quelle piccole sciocchezze come l'eccesso di puntini di sospensione, o i riferimenti personali alla giornata ed al periodo in cui ho visto il fim)
Buona visione e buona lettura! :-)



Un’immagine m’è rimasta, tra le tante, nella mente: quella di uno strappo, lo strappo di un “unico” composto da una folla di uomini e donne, che si lacera in due. Uno dei due lembi di quest’ “unico"-di-"terra-umana"-visto-dall’alto s’allontana e prende il largo. Si tratta di una scena di un film, “NUOVOMONDO”, che rappresenta gli emigranti che partono per l’America, lasciando a terra l’altro brandello di terra umana, cioè la moltitudine di parenti che li accompagnano e che restano. Il film mi è piaciuto molto.
La pellicola tratta un tema scontato, trito e ri-trito, e che sicuramente non è tra i miei preferiti, anzi. Inoltre, prima di vederlo, sapevo molto poco di questo film (veramente anche dopo non ho letto nulla al riguardo) Ero solo incuriosita, ma non troppo. Invece è stato una rivelazione, per me, inattesa..(quando le cose/eventi/persone mi prendono positivamente alla sprovvista..beh, c'è il rischio che me ne innamori :-) E per questo mi va di parlarne qui . Partiamo dai dialoghi. I dialoghi di questi pastori siciliani di Petralia sono talmente veristici, che sono sottotitolati. C’è quasi sempre una luce cupa, che rende bene la povertà materiale del contesto. Questa scelta di non-luce non è originale, si, neanche i dialoghi lo sono, quanto ai contenuti, ma che c’entra! Sono realizzati alla perfezione! E poi tutto è reso in modo realistico, e crudo, di un crudo quasi fastidioso, almeno per l'occhio “moderno” cresciuto esteticamente “bello”. Ma l’originalità che ho trovato, e che mi ha proprio preso, è il mischiare, in un film come questo, dove non te lo aspetti, immagini surreali/oniriche (poche, in verità, ma buone) assieme a quelle “reali”. Penso al mare di latte che c’è sulla locandina, o alle carote enormi, alle cipollone..Inoltre, questo bravo Emanuele (Crialese, il regista) niente lascia al caso: ogni immagine è curata nei dettagli. E anche i soggetti più banali sono ripresi in modo originale, ad es. nella la scena iniziale dei due pastori che si arrampicano, lo in quella della nave che salpa ( dove c'è lo "strappo" di cui sopra) Pure le musiche (particolarmente quelle sul finale del film, secondo me) sono scelte molto appropriatamente, anche se non in “consonanza cronologica” Insomma, proprio un bel film! Sono contenta di non essermelo perso al cinema! E poi..c’è poco da fare, dobbiamo ammetterlo, senza vergogna e falsa modestia: siamo più bravi degli americani!!! Ovviamente il “siamo” sta per “europei-italiani-registi-di questo-genere-di-temi”!

sabato 17 gennaio 2009

Due flash

A volte ci si ritrova a guardare il monitor sperando che sia lui a suggerire le parole che vorresti cavar fuori da te, ma che se ne stanno attaccate col vinavil dentro alla tua testa, o alla tua pancia.. E' che vorresti tanto comunicare, ma il monitor se ne resta lì, muto e avaro, non ti "parla" e non ti aiuta. Se ne sta inerte e passivo aspettando che sia tu a fare la prima mossa. Già, la prima mossa..E' fondamentale iniziare bene una partita. Pare sia così se si vuole evitare di farsi battere in poche mosse giocando a scacchi. Ora, non è che io voglia ingaggiare una tensone col mio 15 pollici vecchio e gobbo, ma semplicemente vorrei rigarlo di parole, infilate l'una appresso all'altra, con un minimo di senso logico..Soltanto questo vorrei..Ma non è semplice. E' come salire su giostra in corsa, perennemente in corsa, incurante dei tuoi stop.
Comunque ci provo, con troppo desiderio, poca concretezza, e due flash, uno locale, l'altro no.
Uno. C'è un cantuccio in via Di Prima a Catania, una via non certo "per bene" di Catania, in cui a periodi compare un materasso e una coperta: un materasso "abitato"..Per un pò c'è stato un barbone, solo e povero di "averi", ma non tanto di qualche bontà e di gesti d'amore: qualcuno non gli faceva mancare un paio di scarpe, il piumone, e una bottiglia (credo di vino). Poi è scomparso, lui, e anche tutto il suo angolo, distrutto-dalla-costruzione (di muri di chiusura..) Qualche mese fa, un poco più in là, è ricomparso un materasso "abitato" e, mi sembra, addirittura affollato, a più posti. "La povertà aumenta" - ho pensato, io, e non c'è bisogno di statistiche e di sociologi ed economisti, per accorgersene, anzi, quelli hanno spesso una visione che lenta..Adesso non c'è più nemmeno quest'altro materasso..Non c'è nessuno lì. "La povertà si sposta" - mi son detta io, "e scappa" - ho aggiunto..
Due - La guerra nella striscia di Gaza. Tutti ne parlano e tutti la condannano, ma, come ha detto bene un amico blogger, ne parlano con la bocca piena di sassi..Già!..Il fatto è che in una guerra si agisce l'orrore, e la contrapposizione di due parti. Ora, tutti noi che ne parliamo - con sassolini più o meno grandi dentro alla bocca (siamo tutti "assassini", diceva bene la scrittrice israeliana ospite l'altra sera da Santoro, e a cui hanno ucciso un figlio ) - lo facciamo simpatizzando per l'una o per l'altra parte. E' "fisiologico", questo, nessuno è "oggettivo" e super partes fino in fondo. Infatti, secondo me, nemmeno si dovrebbe pretenderlo, questo, da nessuno, qualunque professione faccia, anche quella di giornalista, purchè, tuttavia, si dichiarino le proprie simpatie in modo esplicito. Ma la guerra, al di là di posizioni e simpatie, resta guerra. Ed è un male per tutti, per quelli di qua, e per gli altri di là. E' inutile quindi accanirsi a parlar di pace e poi continuare a valutare le ragioni, di questa o quella gurra, di questa o quella parte, e le strategie e le opportunità, e i bla, bla e bla di questi casi. Occorrebbe soltanto fermarsi e ascoltare. Chi è sordo, sente solo i boati dei missili e il fragore delle bombe...Un Ghandi, ci vorrebbe, un leader politico che sappia ascoltare la pace e trovare accordi senza giochi di orrore..
P.S. A proposito di simpatie, dichiaro la mia: simpatizzo per i palestinesi, che non sono certo più ragionevoli degli altri, e nemmeno dei santi, ma hanno meno mezzi.

domenica 11 gennaio 2009

Letture: Céline

Un pò di serietà e realismo..dopo befane e musica..
Lo faccio trascrivendo qui un brano tratto dal libro che sto leggendo: "Viaggio al termine della notte" di Louis Ferdinand Céline.

Mentre parlava prudente e introduttivo, cercavo d'immaginarmi tutto quel che poteva fare ogni giorno il prete per guadagnarsi le sue calorie, un sacco di smorfie e promesse, del tipo delle mie..(quelle di un medico n.d.r.) E poi me l'immaginavo, per divertirmi, tutto nudo davanti all'altare..E' così che bisogna abituarsi a spiazzare a botta calda quelli che ti vengono a trovare, li capisci molto più in fretta dopo una cosa del genere, scorgi sùbito in qualsiasi individuo la sua realtà di grosso verme ingordo. E' un bel giochetto di fantasia. Il suo sporco prestigio si disperde, evapora. Nudo, se ne resta insomma davanti a te come un vecchio mendicante pretenzioso e smargiasso che s'accanisce a farfugliare futilità di questo o quel genere. Niente resiste a questa prova. Ti ci ritrovi all'istante. Restano solo le idee, e le idee non fanno mai paura. Con quelle, niente è perduto, si sistema tutto. Mentre qualche volta è difficile da sopportare il prestigio d'un uomo vestito. Se li tiene i suoi cattivi odori e i suoi misteri, ne ha pieni gli abiti.

Molto disincantata e cinica la visione del mondo e degli uomini che Céline ci trasmette, e dirompente e dissacrante il suo linguaggio, vero? E quanto è vero, che nudi siamo solo noi e basta, senza orpelli, armi o difese.."Grossi vermi ingordi", siamo, senza prestigio da imporre agli altri, trattenuto nelle puzze degli abiti..

sabato 10 gennaio 2009

Due piedi nudi

La consosco da poco, lo ammetto, Katie Melua, ma quanto mi piace questa canzone! Ve la propongo per il week-end!


mercoledì 7 gennaio 2009

Un post/commento post-befana

Il commento di Daniele Verzetti al mio post precedente, quello sulla befana, m'ha fatto venire in mente questo post.
Ieri, ho fatto gli augri a me e a tutte le befane, l'ho fatto perchè ero in vena di leggerezza e di autoironia, ed anche perchè invidio un pò i poteri delle befane..:-) Inoltre, ero convinta che mi sarebbero arrivati tanti commenti divertiti..Invece no, mi sono sbagliata clamorosamente, quasi nessun commento. E se gli auguri/commenti non ci sono stati ieri, ormai non ce ne saranno più, e non valgono: la befana è già volata via..Dunque due soli commenti, di cui uno di una nuova della "mia riva" ed uno di Daniele, appunto, che ha esplicitato, forse, le perplessità di tutti: non voler mai annoverarsi tra coloro che danno della befana ad una donna, anche se è lei stessa ad autodefinirsi implicitamente "befana"..L'ho constatato anche inviando sms dello stesso tono ad alcune amiche. Su sei , mi hanno risposto solo due, e di queste solo una ringraziando e ricambiando allegramente gli auguri!!
E' così, ci sono certe (più o meno) tacite "intese sociali" che portano ad evitare alcuni argomenti, con una donna, come ad esempio chiederle l'età e darle della "befana". Ora io non dico che non mi stiano bene queste "tacite intese", anzi, mi fanno comodo..;-) Ma anche le eccezioni sono belle e, in fin dei conti servono alle regole il buon servigio di farle risaltare ancor di più ..O no? :-)
Ecco, ieri avevo solo voluto provare a trasgredire una di queste tacite intese e mi è andata buca! Non mi riescono nemmeno le piccole banali trasgressioni come questa, ultimamente, nemmeno nel mio blog! :-)

martedì 6 gennaio 2009

Befana 2009



Viva la Befana! Auguri a me! Auguri a tutte! :-)))

giovedì 1 gennaio 2009

2009 Auguri

Quest'anno voglio ricordarmi di non dimenticare una cosa banale, ma importante: avere sempre con me desideri, sogni e prospettive aperte da realizzare..
Non voglio certo privarmi di raggiungere ciò a cui aspiro, ma voglio saperlo fare a piccole dosi, con tutta la calma che posso..
..magari ascoltando Fabrizio



Buon 2009 a tutti voi da parte mia e un bacio lungo un anno! :-)

P.S.
La musica non è tra le migliori di De Andrè, ma ho messo questa canzone per le parole..Mi sembravano le più vicine al mio stato d'animo di ora..