martedì 25 novembre 2008

Dove sono finiti?

Ma a voi non vengono mai in mente i vecchi lettori, quelli si ritrovavano attorno a un blog, come al bar, o in piazza, e che poi d'un tratto si son persi di vista? A me si, vengono spesso in mente..Qualcuno aveva anche il suo blog, e poi lo ha eliminato..Penso a Claudia, a Patrizia..E qualcun altro, invece, commentava spesso, pur non avendo un suo blog..Penso a Paolo, che era assiduo frequentatore del mio vecchio blog parallelo su kataweb..Dove sono ora? Stanno bene? Si..io penso di si, spero di si..
" Io ho un blog, dunque sono", si tende a pensarlo, anche se ovviamente non è così..Il fatto è che certi rapporti sono veicolati solo dal blog...Dunque mancando l'apparire sul blog, sembra quasi che ci si sottragga all'esistenza stessa..Invece, molto più semlicemente, e banalmente, si saranno stufati dei soliti posti e delle solite persone..E hanno cambiato aria..Posso capirli, se è così. E possibilmente ora sono in luoghi simili, con nick diversi..con o senza il proprio blog al seguito..Oppure hanno fatto scelte drastiche che li portano ormai lontani dal web..Quest'ultima cosa mi sembra la meno probabile..
In ogni caso, mi mancano..Lo ammetto. Anche se io stessa in certi momenti avrei preferito la novità di lettori sconosciuti, e pure se non frequentavo più abitualmente certi blog (a volte ci si stanca degli eccessi, di visite, o di contenuti a senso unico..), ora ne sento la mancanza...Queste perone sono rimaste nei miei pensieri...Chissà se leggono ancora, guardando senza avvicinarsi?..Chissà!...
Una buona notte da parte mia...e...stasera accettatemi così, nostalgica così..

lunedì 24 novembre 2008

Rischi inaccettabili

C'è da rabbrividire a leggere certe cose!
Basilicata, un' elementare costruita con la sabbia.
In Basilicata c'è una scuola costruita con la sabbia. Quasi senza cemento. Una scuola elementare, Si trova a Scanzano Jonico, in provincia di Matera. E' attiva da 21 anni e per i tecnici, incaricati dalla Regione di studiame la staticità, è un miracolo che sia ancora in piedi. Dalle analisi, infatti, risulta che i pilastri del primo piano sono stati realizzati utilizzando cemento solo nella misura del quaranta per cento, Il resto, appunto, è sabbia. Quando il sindaco del paese, Salvatore Iacobellis (esponente locale del Pd) l'ha saputo, quasi non ci voleva credere. «Una pazzia, una pazzia». Un istituto con 18 classi, 400 bambini e 70 insegnanti. Se la Regione non avesse avviato una verifica degli edifici scolastici a rischio sismico, nessuno se ne sarebbe mai accorto. Così, per non chiedere più aiuto alla fortuna, il primo cittadino, poco prima dell'inizio dell'anno scolastico, ha firmato un'ordinanza urgente di chiusura. E di sgombero. (da rassegna stampa del ministero dell'economia e delle finanze che trascrive l'articolo di Giuseppe Caporale su "la Repubblica" di oggi. Qui il
link)
Certo, questo è il caso più eclatante, ma sono troppe in Italia le scuole a rischio..
Lo dico qui: sono ancora molto scioccata da questa tragedia di Rivoli! Non si può pensare di mandare un figlio a scuola e di non vederlo mai più tornare...
Non sono in vena di polemiche, ma semplicemente è intollerabile che le istituzioni (da quelle nazionali a quelle locali) risparmino proprio sulla sicurezza degli edifici scolastici! E che con tanti provvedimenti che ormai ci sono, per snellire le procedure burocartiche, non ve ne siano ancora per semplificare quelle che riguardano l'utilizzo di fondi, pur stanziati, per la messa in sicurezza delle scuole!(vedi le dichiarazioni di Bertolaso, su "La Stampa.it" di oggi)..


venerdì 21 novembre 2008

Normale

"Normale", usiamo spesso questa parola, di solito con un'accezione positiva. E sembra che tutti ci si intenda sul suo significato. Eppure, a ben riflettere, non è così scontato capirsi quando si usa questo termine.
Non mi va di disquisirne in modo dotto. A parte che non ne ho le competenze, il fatto è che non è questo aspetto linguistico che mi interessa. La mia è piuttosto, o soltanto, una riflessione "a voce alta" su questa parola.
Vita normale, persona normale..Quante volte lo diciamo riferito a noi stessi, magari per vantarcene, o, perlomeno, per distanziarci da chi si presume che non lo sia. Già, e chi è che non è normale?
Fino ai miei 20-25 anni ho considerato normale chi non aveva disturbi mentali o menomazioni fisiche, ad esempio, o chi non usava droghe, o chi si sposava-aveva-un-lavoro-e-faceva-figli, e cose così..Ci ho tanto creduto che mi son "costruita" anch'io come persona "normale"! Com'è semplicistico e banale, però, ridurre la normalità a questo! Occorre contestualizzare, altrimenti si resta intrappolati in una dubbia idea di perfezione, o in un cieco egocentrismo, o etnocentrismo, che magari saranno anche rassicuranti, ma a ben guardare possono arrivare a fare rima con "conformismo", o con "razzismo"..Dunque sono ormai portata a pensare che non sia una categoria così utile a declinare i fenomeni sociali, quella della normalità. Rischia di falcidiare troppe cose (e persone..). E poi penso anche che sia una specie di chimera se la si pone davvero come meta personale...
Comunque nel dubbio, ora che di anni non ne ho più (da poco..:-) 25, alla normalità non miro più, e m'accontento di tenermi in equilibrio come posso schivando gli "ismi" vari..
E voi? Che idea avete della normalità?

mercoledì 19 novembre 2008

Pigra, ma ottimista

Sono pigra, in questo periodo, o avara di parole sul blog, dipende dai punti di vista. O sono entranbe le cose. O forse sono semplicemente troppo impegnata a passare le mie giornate tra solito stress, gatte da pelare (in questi giorni un di più del "normale") e ostinazione personale a mantenere il mio "spazio".
Una notizia, però, ha destato la mia attenzione e mi ha scosso da questo blog-torpore. :-)
Si tratta della testimonianza di quella ricercatrice, "Lucia", che in una mail al Corriere della Sera, racconta la sua vicenda, di come sia entrata con un concorso ad hoc e di come sia riuscita a riscattarsi con le sue sole capacità. Ecco il link all'articolo, lo metto anche se ormai in molti lo avrete già letto.
Queste parole mi hanno colpito particolarmente: mi chiedevo in continuazione: sono un dottorando perché sono veramente dotata in questo campo o perché sono l'assistente di con la borsa finanziata da? Le sembrerà banale e invece è un punto chiave: quel che i dottorandi si sentono dire è infatti che, in virtù della mancanza di risorse, «vanno create le occasioni» per poterli mandare avanti.Mi domandavo: mi mandano avanti perché sono brava, o sono brava perché mi mandano avanti? Inutile dirle infatti che io ricerca, negli 8 mesi che resistetti, non ne feci mai. Feci solo, e tanta, assistenza. Senza mai sentire NESSUNO lamentarsene oltre misura. E, dopo aver saputo di come Lucia sia riuscita a vincere da sola altri concorsi e ad esser notata semplicemente per il suo curriculm, queste altre sue parole m'hanno dato una buona dose di ottimismo: Sono passati tanti anni e quel che vorrei dirle in sostanza è questo: il cambiamento vero partirà dalla volontà e dal senso di dignità dei singoli di non accettare il compromesso cui le università italiane chiamano la nostra coscienza. Essere un buon ricercatore significa avere gli standard per lavorare non in quell'ateneo o quel dipartimento, ma nel mondo. La conoscenza appartiene al mondo; e quindi, a cosa serve avere il posticino messo in palio da papà, senza poi il rispetto della comunità scientifica internazionale, che è l'unico vero giudice dell'operato di un ricercatore? Mi rendo conto che è molto banale quanto le scrivo. Ma è tutto quel di cui mi sento di far da tramite e testimone, nel mio immensamente piccolo.

mercoledì 5 novembre 2008

4 novembre 2008: per sempre nella storia

Sarà banale aggiungersi al coro, ma questo coro mi piace: "EVVIVA BARACK OBAMA, primo presidente U.S.A di colore!



Comunque vada, ha fatto un gran bel pezzo di storia!