Non che ci tenga, io, agli anniversari più di tanto, ma questo non posso non ricordarlo, proprio qui: è il 2° blog-compleanno della mia riva del mare..:-) Ebbene si, il 29 marzo 2006, mentre il sole a Catania si "esibiva" in una bella eclisse totale, io iniziavo a bloggare..E questa avventura del blog "sulla riva del mare", intrapresa per gioco e per sfida, è diventata una cosa seria..Io sono ancora qua, diversa da prima e uguale a prima, insieme al mio blog e alle sue evoluzioni..Non mi va di fare carrellate e rievocazioni..Magari un'altra volta..oppure mai..Dico solo che io e il mio blog ci sentiamo di aver attraversato un pò di mare..ma che ci piace sempre tornare a riva e starcene seduti a riflettere sul mondo e sulla vita, o solo a svuotarci la mente..
Poi, già che ci sono..che la pausa ormai l'ho rotta...vi propongo una cosa che mi ha è piaciuta, letta su la Repubblica di due giorni fa. E' un brano tratto da un libro, appena uscito per la Sellerio, di André Gorz, giornalista , saggista e filosofo esistenzialista, nato nel 1923 e morto suicida sei mesi fa, insieme alla amatissima moglie Dorine, malata terminale. Il libro, intitolato "Lettera a D: storia di un amore" è il racconto di una vita vissuta insieme, di un amore eternamente rinnovato e narrato da Andrè alla sua compagna. Un amore talmente estremo che si è concluso con la morte procurata..Non è questo, la morte, che mi ha colpito, e men che meno un desiderio di sentimenti così assoluti..(che, semmai, mi fanno paura..), ma piuttosto la freschezza di un sentimento pur in un'età non "fresca", come la vecchiaia...e poi il pensare, oppositivamente, che io mai cercherei davvero la morte..nemmeno per amore..Chè la vita, che pure, lo ammetto, in certi momenti del passato, non ho saputo apprezzare, mi sembra adesso tanto bella!..E' bella sempre!..Anche nei suoi aspetti meno "estetici"...Vabbè..non sono considerazioni degne di un'esitenzialista, lo so, e sono anche banali, ma...sono le uniche che mi venivano in mente ora..
(...)"Hai appena compiuto ottantadue anni. Sei sempre bella, elegante e desiderabile. Sono cinquantotto anni che viviamo insieme e ti amo più che mai. Recentemente mi sono innamorato di te un'altra volta e porto di nuovo in me un vuoto divorante che solo il tuo corpo stretto contro il mio riempie. La notte vedo talvolta la figura di un uomo che, su una strada vuota e in un paesggio deserto, cammina dietro un carro funebre. Quest'uomo sono io. Sei tu che il carro funebre trasporta. Non voglio assistere alla tua cremazione; non voglio ricevere un vaso con le tue ceneri. (..) Ci siamo spesso detti che se, per assurdo, avessimo una seconda vita, vorremmo trascorrerla insieme"